I grandi portici ogivali della via centrale del paese di Pieve di Teco sorsero a partire dal 1400 e attorno alla prima metà del 1500 i portici furono sostanzialmente completati.
I portici furono costruiti dalle singole famiglie private e la loro altezza era proporzionata al censo del proprietario.
Esistevano tuttavia precisi decreti della Repubblica che ne definivano l'altezza minima.
Da questo insieme di iniziativa privata e regolamentazione pubblica deriva il loro duplice ed affascinante aspetto: sono tutti l'uno diverso dall'altro, ed insieme mostrano una coerenza stilistica complessiva molto unitaria.
Sulle volte si aprono qua e là piccole finestrelle, forse aventi inizialmente funzione difensiva.
Le volte portano tuttora gli anelli cui erano appese le stadere per la pesatura delle merci, o le carrucole per la movimentazione dei carichi.
I grandi portici della via centrale furono sempre, e sono tuttora, il centro vitale del paese, con i suoi negozi e botteghe, e con gli artigiani (soprattutto calzolai e sarti) che spesso lavoravano sotto il portico, anziché nella retrostante bottega.
Più piccoli e di aspetto più arcaico sono i portici della Via Piave, entrando nei quali ci si tuffa veramente in un angolo di medioevo, con case di tipologia ancora arcaica (basse, molte con scala esterna, portici piccoli, stretti, bassi, poco profondi).